L’Economia della Marca Trevigiana inizia con questo numero la presentazione di alcune colture tipiche agroalimentari che per il momento sono ancora poco conosciute, ma che, con un’idonea valorizzazione, potrebbero ottenere un’affermazione commerciale e promuovere altre attività dei territori di produzione (turismo, servizi ed artigianato tradizionale).
La prima delle colture che viene qui presentata è il “Radicio verdon”, promosso dal Comune di Roncade.
L’attenzione con la quale i consumatori ricercano la genuinità dei prodotti di un territorio, il nutrimento salubre che si richiama alla cucina “povera” del mondo rurale di un tempo, nel quale alla scarsità dei mezzi di produzione suppliva la fatica e l’esperienza dell’agricoltore, è diventata una caratteristica costante dei fenomeni turistici. Il turista evoluto scopre così nel territorio particolarità agro alimentari cosiddette di nicchia, poco conosciute perché poco valorizzate, produttivamente limitate e perciò preziose.
A scorrere l’Elenco nazionale dei prodotti agro alimentari tradizionali (revisione del 22 luglio 2004), nella pagina dedicata al Veneto si trova, alla voce n.231, associato ad altre denominazioni, il radicchio “verdòn da cortèl”. La produzione delle cicorie in provincia di Treviso così come in altre regioni risale ai tempi remoti dell’agricoltura povera. In provincia di Treviso, in particolare in un’ampia fascia di territorio attorno al capoluogo, gli agricoltori raccoglievano infatti una cicoria spontanea, poi seminata a mano, dalle foglie relativamente piccole dai diversi toni di verde, talvolta anche screziate di bianco e rossiccio chiamata, a seconda del luogo, con nomi differenti, ma che in ogni caso fanno riferimento al colore: verde, verdolino o verdon, appunto. Il “radicchietto” acquistato ai nostri giorni a prezzi talvolta quasi uguali a quelli spuntati al consumo dal nobile Radicchio rosso di Treviso, tradizionalmente portato in tavola dai trevigiani, appartiene sicuramente a questa tipologia di cicoria verde.
Peraltro, molto tempo prima dell’applicazione delle tecniche selettive organizzate sulla semente e dell’avvento delle tecniche di forzatura, anche il radicchio rosso, poi diventato IGP rosso di Treviso era una sconosciuta cicoria spontanea apprezzata solo per il consumo locale.
Al Comune di Roncade non va certo attribuita la primogenitura della coltivazione del verdon, ma sicuramente il merito di aver per primo fatto emergere dall’anonimato più assoluto un prodotto agro alimentare tradizionale delle nostre campagne, di elevato valore gastronomico e quindi di tutt’altro che trascurabile valore economico.
Da qualche anno infatti il Comune di Roncade organizza la Mostra mercato del “Radicio Verdon da cortel” ed una manifestazione che, attraverso la collaborazione di alcuni ristoratori locali, promuove l’utilizzazione del prodotto mediante appropriate elaborazioni gastronomiche.
La valorizzazione dei prodotti agro alimentari minori per i quali, stante la limitatezza delle produzioni e le particolarità produttive, non è oggettivamente praticabile con possibilità di successo il percorso che conduce al riconoscimento della DOP e dell’IGT da parte dell’Unione europea, rappresenta anche un’attività nella quale è impegnato l’Ente camerale. Nel recente passato è stato infatti sperimentato nell’ambito di un apposito progetto, un modello di percorso di valorizzazione di quei prodotti che come il “Radicio verdon”, oggi non hanno i numeri per aspirare riconoscimenti maggiormente prestigiosi.
Il progetto è infatti diretto a creare valore per i prodotti di nicchia e di eccellenza, nella generalità dei casi coltivati da piccole realtà agricole, per garantire loro una fonte di reddito e di incentivo economico.
Il programma prevede la costituzione di un Comitato tecnico composto da esperti conoscitori di tutte le caratteristiche dei prodotti individuati per la promozione. Al Comitato è affidato il compito di promuovere la realizzazione, per ognuno dei prodotti interessati, di un disciplinare di produzione e di un panel identificativo delle caratteristiche organolettiche di ciascuno.
Ai promotori della valorizzazione del “Verdon” va anche riconosciuto il merito di aver iniziato la raccolta delle informazioni tecniche che possono costituire la base per la redazione di un disciplinare di produzione, ovvero del documento che identifica il prodotto definendone le caratteristiche produttive e commerciali. Il lavoro finora svolto dal Comune di Roncade a favore del “Verdon da cortèl” ha portato a questi risultati:
Area di produzione
I comuni interessati dalla coltivazione del radicio Verdon si trovano nel territorio della provincia di Treviso e sono: Quinto di Treviso, Zero Branco, Casale sul Sile, Preganziol, Casier, Ponzano Veneto, Roncade, S. Biagio di Callalta, Monasteier, Paese, Istrana, Silea. La superficie sulla quale viene praticata la coltivazione è stimata in complessivi 100 ettari e coinvolge almeno 70 aziende agricole.
Descrizione del prodotto – caratteri morfologici
Il radicchio Verdon è una cicoria rustica con forma a rosetta, generalmente verde intenso, a cuore verde-giallo. Il diametro totale misura mediamente 7-8 cm., con larghezza del cespo di 6-7 cm, radice a fittone del diametro di circa 1,5-2cm. La quale, toelettata per la vendita, raggiunge il diametro di circa 1-1,5 cm. ed una lunghezza massima di cm. 1,5-2 cm.. Il cespo, nella parte centrale della rosetta, forma un piccolo grumolo.
Tecniche di coltivazione
La coltivazione del prodotto tipico, realizzata nel territorio dei Comuni sopra citati, viene effettuata in terreni medio impasto o tendenzialmente argillosi. Viene seminato in settembre, a spaglio o a file (la maggioranza dei produttori usa la semina a spaglio); successivamente viene attuato il diserbo ed alcune irrigazioni anche in base all’andamento climatico stagionale. Nei mesi di settembre ed ottobre viene praticato il taglio di tutta la parte aerea al fine di contenere la vegetazione ed avere la formazione di un novo cuore. Sopporta senza danno temperature fino a 5 °C inferiori allo zero. Se l’inverno si dimostra particolarmente rigido si effettua una copertura del prodotto in campo con tessuto od altro materiale per facilitare le operazioni di raccolta e far maturare il prodotto. Tale pratica permette altresì di aumentare la croccantezza delle foglie e contenere eventuali scottature provocate dal gelo.
Metodo di produzione, trasformazione e condizionamento
La raccolta inizia ai primi giorni di dicembre e prosegue fino alla fine di marzo, periodo nel quale si ha la contemporanea disponibilità di prodotto fresco.
Attualmente il prodotto viene commercializzato solo allo stato fresco perché non ci sono produttori che praticano la frigo-conservazione.
Il prodotto, raccolto in campo esclusivamente a mano utilizzando un coltello con lama corta, vene trasferito in azienda dove si attua la toelettatura cioè l’accurata pulizia della radice e la mondatura dalle foglie esterne più rovinate; subisce poi il lavaggio in vasche di acqua corrente e confezionato alla rinfusa in casse di circa 4 o 5 Kg.. Il prodotto finito si distingue per la consistenza della foglia la quale risulta più grossa rispetto al grumolo bianco, ma ben più sottile rispetto al grumolo verde campano, e per la consistenza media del cuore.
Alessandro Pontello
Tratto da “L’Economia della Marca Trevigiana”, Aprile 2005