Il Piave, mille paesi e grandi fiumi


La civiltà – ha scritto uno storico – “segue i corsi dei fiumi; e da una terra dove vi sono molti fiumi dobbiamo attenderci grandi cose”. Così, da quell’ampia fetta di pianura veneta imperniata sul basso corso del fiume Piave e su quelli del Livenza, del Monticano e del Sile, possiamo attenderci grandi soddisfazioni enologiche, perché ai grandi fiumi legano il proprio nome grandi vini. Le viti crescono sul letto fluviale lasciato dai sedimenti del Piave attraverso i millenni; terreni ideali per comporre gli strati superficiali e profondi per produrre un grande vino. E poi questa zona è storicamente terreno di espansione della civiltà veneziana, che utilizzava i fiumi come vie di comunicazione, e nelle sue vaste proprietà, attorno alle belle ville palladiane, faceva prosperare moltissimi ettari di vigneti.
Ogni vino nasce con la stessa dedizione e gode per intero della cultura del Piave, perché il tempo cambia la sensibilità dei consumatori, ma chiede di non disperdere l’eredità del passato. Ecco allora che si presentano alla mescita i vini DOC Cabernet, Pinot Bianco, Pinot Nero, Pinot Grigio, Merlot, Tocai, Verduzzo, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e soprattutto il tipico e autoctono Raboso, che abbisogna di almeno tre anni di invecchiamento, da bere rigorosamente nella tazzina di terracotta.

IL CONSORZIO
Dalla volontà di un gruppo di imprenditori vinicoli nacque nel 1959 questo Consorzio, da subito impegnato a qualificare una produzione tanto diffusa quanto poco valorizzata sui mercati. Migliorando gli standard qualitativi e controllando continuamente il prodotto, il Consorzio ha promosso numerose azioni promozionali in Italia e all’estero, per far apprezzare i vini in sempre nuovi mercati.

I PRODOTTI

  • Cabernet: il vitigno francese dal vino apprezzatissimo, da consumare sia giovane che invecchiato, a 18-20°. Si accosta bene alle portate “impegnative”: arrosti, selvaggina, cacciagione.
  • Pinot Bianco e Grigio: questi nobili vini bianchi, versatili ed affidabili, vanno serviti a 10-12° come aperitivo o con antipasti leggeri, minestre asciutte e in brodo, asparagi bianchi, pesce e uova.
  • Pinot Nero: dall’uva che è madre di grandissimi vini rossi (della Borgogna) e bianchi (Champagne), l’area del Piave ricava un rosso eccellente, da accoppiare a carni bianche e rosse, soprattutto gli arrosti (stinco, spalla, faraona). Servire a 18-20°.
  • Merlot: da un vitigno adattabile a tutti i terreni nasce il vino di maggior produzione e tradizione locale, che può anche fregiarsi della menzione “riserva”. » il vino per specialità della cucina veneta quali l’anguilla in umido, il baccalà alla vicentina, il fegato alla veneziana e la sopa coada.
  • Tocai: niente a che fare con il liquoroso vino ungherese, questo è un bianco asciutto e fresco, gradevole e delicato, che si serve assieme ai risi e bisi, asparagi, pesce fritto. Va servito a 10-12°.
  • Verduzzo: bianco delicato e lievemente fruttato, si adatta agli aperitivi e agli antipasti leggeri, anche di pesce. Servire a 10-12°.
  • Cabernet Sauvignon: più morbido del Franc, è un rosso che si presta all’invecchiamento anche prolungato e si può fregiare della “riserva”. Ideale con arrosti (agnello) e formaggi a pasta dura.
  • Chardonnay: grandissimo vino bianco, spesso impiegato per la spumantizzazione, qui prodotto nella versione “tranquilla”. Si affianca ad antipasti magri, piatti a base di uova e pesce (tagliolini all’astice) e verdure come radicchio e asparagi.
  • Raboso: il capofila dei vini del Piave ha un invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno uno in botte. » un rosso vinoso e austero, fresco di acidità, e si accompagna a piatti “forti” come la pasta e fagioli con cotiche, l’oca ripiena alle castagne, il brasato di manzo.

IL TERRITORIO
La Strada del vino rosso, poi ribattezzata “Strada dei Vini del Piave”, attraversa quella miriade di graziosi paesi che costituiscono il tessuto rurale di questa vasta area, non certo priva di importanti testimonianze storiche ed artistiche. Gli insediamenti umani risalgono infatti fino all’epoca romana (importanti scavi ad Oderzo), ma ebbero il loro maggior sviluppo dal tardo Medioevo, quando le fiorenti campagne furono oggetto delle attenzioni della nobiltà veneziana. Sorsero così centri abitati attivi nei traffici e nobilitati da importanti palazzi (Oderzo, Portobuffolé, Motta di Livenza) e tante eleganti ville perse nella campagna (a Cessalto, Roncade, Codognè, San Polo, ecc.), ancor oggi sedi di aziende agricole e vinicole di prima importanza.
I comuni della provincia di Treviso interessati dall’area DOC Piave sono oltre 40, tutti localizzati nella sua parte orientale e compresi tra gli ultimi rilievi collinari a nord, l’area urbana di Treviso a ovest e i confini con le province di Pordenone a est e Venezia a sud.

COME ARRIVARE
L’area è efficientemente servita dalle autostrade A4 (caselli di Quarto d’Altino, Noventa di Piave e Cessalto) e A27 (Treviso, Conegliano), oltre ad essere attraversata dalla SS53 da Treviso a Pordenone e Portogruaro.