Nella Newsletter di TrevisoBellunoSystem è apparso l’annuncio di questa nuova Rubrica e si è già iniziato con una prima intervista a Giorgio De Nardi, fondatore di Aton spa, una Società Benefit, la quale persegue fini di sviluppo sociale ed ambientale in una situazione di equilibrio economico.
In questo primo articolo cerchiamo di spiegare i motivi che hanno indotto la Camera di Commercio ad intraprendere questa nuova iniziativa in favore dell’economia locale e della popolazione delle nostre due province.
Da qualche anno l’Ente camerale ha avviato una Rubrica dal titolo Investire a Treviso e Belluno, al fine di migliorare la produttività e la competitività del territorio con investimenti sostenibili e per attrarre nuovi capitali anche dall’esterno, tenendo conto della validità dei fattori produttivi locali. Pur con l’intenzione di continuare nell’opera iniziata, già comprensiva di vari articoli di carattere informativo e formativo (oltre che promozionale), si è pensato ora di arricchire il tema dello sviluppo con nuovi spunti, i quali possono derivare soprattutto dal fattore lavoro, che deve procedere parallelamente (e sinergicamente) con il fattore capitale per ottenere il massimo risultato ai fini di uno sviluppo sostenibile complessivo.
In altri termini, non basta investire bene, ma occorre pure lavorare bene. Pertanto, è opportuno esaminare come lavoriamo attualmente e quali sono le opportunità di sviluppo anche in questo campo. Infatti, anche in territori già socialmente evoluti come il nostro, esistono molte occasioni di miglioramento per chi già lavora e pure per i nuovi lavoratori che desiderano rimanere in queste province (soprattutto i giovani, ma anche le donne). Il contesto trevigiano e bellunese li può ripagare pure con un tenore di vita soddisfacente anche dal punto di vista sociale ed ambientale, senza dover ricorrere a dolorose emigrazioni, ma anzi incoraggiando le immigrazioni, le quali si prospettano sempre più frequenti in relazione alle attrazioni locali che si vanno potenziando (come, ad esempio, i riconoscimenti dell’Unesco e le prossime Olimpiadi invernali).
In questo modo, gli articoli che verranno redatti e le interviste che si susseguiranno rappresenteranno una guida utile e stimolante non solo per attrarre talenti, ma anche per valorizzare le risorse umane esistenti e quelle potenziali, tanto importanti per il nostro sistema socio – economico, soprattutto se si parla di sviluppo sostenibile. Questo infatti punta al massimo benessere, che a sua volta, a lunga scadenza, porta anche al massimo valore aggiunto, come più volte dimostrato nella Rubrica degli investimenti.
La Camera di commercio di Treviso e Belluno, la quale ha assunto come propri obiettivi prioritari i valori di bellezza, impresa e benessere, è lieta di avviare questo nuovo percorso nell’interesse dello sviluppo economico, sociale ed ambientale delle due province.
Il nostro capitale sostenibile
Per entrare nel vivo del tema fondamentale dell’azione camerale giova fin dall’inizio avanzare qualche riflessione generale.
Fino a qualche tempo fa, quando si parlava di capitale, si faceva riferimento al solo capitale fisico, così definito dagli economisti perché la ricchezza non consumata si trasferisce in attività patrimoniali delle imprese (investimenti in scorte, immobili, beni strumentali e attività finanziarie) e quindi si affermava che lo sviluppo dipende principalmente dalla quantità e qualità di questo capitale.
Ora si è riconosciuta la nozione di capitale ad altre tre grandezze, ritenute pure indispensabili ai fini dello stesso sviluppo:
- il capitale umano, ossia la qualità della forza lavoro;
- il capitale sociale, cioè l’insieme delle relazioni umane che possono influire positivamente o negativamente nel nostro sviluppo sociale;
- il capitale naturale, che rappresenta i beni che il pianeta ci offre per la nostra sopravvivenza presente e futura.
Senza entrare nei dettagli teorici della trattazione, possiamo affermare che, pur nella indispensabilità di tutte queste forme citate, il fattore decisivo per raggiungere un soddisfacente livello di sviluppo sostenibile è proprio il capitale umano, in quanto è in grado di massimizzare i risultati anche delle altre configurazioni.
Ma risulta chiaro che il capitale umano riguarda le performance di tutti i lavoratori a tutti i livelli (da quelli più semplici a quelli più complessi) e quindi emerge l’importanza della produttività del lavoro (manageriale, dirigenziale ed esecutivo assieme), la quale consegue un valore aggiunto indotto sia dalle scelte adottate che dalle azioni effettivamente praticate da parte di ciascuno. Lo stesso valore aggiunto sarà massimo se tali scelte ed azioni saranno in grado di far crescere contemporaneamente i fattori economici, quelli sociali e quelli ambientali.
La tesi centrale del mio libro Agenda 2030. Come fare. Integrare crescita economica, sviluppo sociale e sostenibilità ambientale, edito da Guerini e Associati (che è stato presentato in un precedente articolo), è proprio incentrata sul fatto che bisogna puntare prioritariamente sul capitale umano per raggiungere uno sviluppo sostenibile soddisfacente.
Allora, nei prossimi articoli di questa Rubrica cercheremo di evidenziare le principali qualità del lavoro di tutti e gli indubbi benefici che ne potranno scaturire, in un ambiente sociale ed ambientale ricco di stimoli e bellezze come il nostro territorio.