SINTESI 2014 ANTICIPAZIONI 2015. INTERVISTA AL PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO MARCA TREVIGIANA RENZO SARTORI

 

SINTESI 2014 ANTICIPAZIONI 2015. INTERVISTA AL PRESIDENTE DI
CONFARTIGIANATO MARCA TREVIGIANA RENZO SARTORI

                                  Da Economia della Marca Trevigiana “Sintesi 2014 Anticipazioni 2015”

 

 

 

 

Gentile presidente ci può dare una sintesi delle attività del 2014?
Il 2014 ha visto impegnati oltre trecento associati in formazione/consulenza in tema di utilizzo del digitale, fattore destinato a diventare presupposto, quasi abilitante, per fare impresa.
Il programma di Confartigianato Marca Trevigiana ha individuato sei piste di lavoro: export ed Expo; economia green; accordi di filiera nella subfornitura; Made in Italy; patrimonio culturale e alimentare; turismo.
Su tre richiamiamo l’attenzione: le performance delle aziende green, l’arretratezza delle vendite on line e la difficoltà delle micro-piccole a crescere nell’export.
Cosa significa per Confartigianato fare impresa nel 2015?
Guardando le imprese associate più da vicino e incrociando i dati in nostro possesso, è emerso un quadro preoccupante.
Alle già note avversità del contesto economico, dei livelli di pressione fiscale, della stagnazione del mercato interno, delle difficoltà di dare continuità alle imprese, si aggiunge una maggiore fragilità delle imprese. La conferma finale è venuta dall’indagine sulle conseguenze provocate da fallimenti e concordati su imprese artigiane e piccole imprese. Non faccio riferimento ai pur gravi problemi di chiusure indotte, di perdite su crediti e crediti inesigibili oltre che ai ritardi nei pagamenti. Faccio riferimento alla scarsa cognizione e consapevolezza del fattore rischio. E’ come andare in guerra senza armi di difesa o sfidare l’inverno in maglietta.
L’86 per cento delle imprese ha scarsa o insufficiente conoscenza delle implicazioni per concordati e fallimenti e il 44 per cento continua a produrre anche se non pagata. L’idea di un manuale di istruzioni per come meglio approntare decisioni e atti contrattuali relativi ad acquisti e vendite ( acquisizioni di commesse) che avevamo prima di effettuare l’indagine è grandemente confermata quale primaria necessità.
Il 2015 deve essere l’anno in cui, nella gara allo “scarica rischio” che vede quasi sempre la piccola impresa anello debole e terminale, quest’ultima prenda coscienza di ciò e reagisca. Quantomeno si difenda attivando e adottando cautele minime. Per tanti anni il valore della “parola data” ha avuto riscontro commerciale. Ci si può fidare ancora della stretta di mano e della prima impressione del contraente? Perché non assicurare i crediti? Perché non prendere adeguate informazioni sul cliente? Perché esporsi al rischio senza contromisure quando la commessa incide in modo rilevante sui ricavi? A queste ed altre domande il manuale darà risposte e indicazioni pratiche e il tema del presidio del rischio sarà proposto in tutti i corsi di formazione.
Basta un comportamento più consapevole circa i rischi per cambiare le sorti dell’impresa?
Per evitare i guai si, ma per crescere no. Ed è per questo che una parte del programma 2015 di Confartigianato Marca Trevigiana è dedicato al cogliere le opportunità, le tendenze, le indicazioni, anche deboli, provenienti dal mercato.
Controllando i rischi oltre che a migliorare il posizionamento di mercato è sufficiente?
No, non è sufficiente. A questo punto l’Associazione deve fare un’altra parte, che corrisponde alla sua primaria vocazione, nel denunciare ciò che non va e fare proposte per migliorare: ridurre i costi impropri e gli atti inutili, combattere la concorrenza sleale e ridurre i tempi e rischi della cosiddetta burocrazia, evitare provvedimenti ostili alla piccola dimensione produttiva.
Nonostante che le associazioni non siano al top della considerazione sociale, anche se registro con piacere che le associazioni imprenditoriali stanno recuperando credibilità, buona parte delle imprese non conosce a sufficienza i servizi e le consulenze che si possono trovare presso le associazioni. Le imprese non conoscano il quadro degli incentivi, anche perché frammentato e disordinato; non conoscono le procedure bancarie post crisi; non conoscono le prestazioni della bilateralità che pure pagano; molte volte non comunicano quanto utile a dare risposta ai bisogni, in ultima istanza su misura dell’impresa. “Istruzioni per l’uso” , nel 2015, significa quindi avere più consapevolezza dei rischi, del mercato, degli eventuali incentivi, degli strumenti a disposizione, anche associativi, per fare impresa.
In questa direzione molte volte la formazione fa la differenza. Formazione obbligatoria sulla sicurezza a parte, cresce la formazione per conoscere il mercato, le norme, le condizioni per crescere.