Intervista al titolare dell’azienda “Vettorello Energy Division” Domenico Vettorello
per “Economia della Marca Trevigiana” della CCIAA.
Buongiorno dott. Vettorello, ci può raccontare di cosa si occupa la sua azienda?
La Vettorello si occupa da 45 anni e due generazioni, di lavorazioni meccaniche di precisione, siamo nati come piccola realtà artigianale che effettuava lavorazioni per conto terzi, i nostri clienti erano di molteplici settori, abbiamo sempre lavorato per industrie farmaceutiche tedesche e gli standard qualitativi richiestici già negli anni 70 erano molto alti. Abbiamo comunque cercato di diversificare i settori industriali. Intorno al 2010 abbiamo cercato di potenziare la nostra presenza anche nel settore Idroelettrico un settore che già conoscevamo come terzisti , il nostro obbiettivo era quello di creare ed immettere nel mercato un nostro prodotto e cioè diventare produttori di turbine idrauliche .
Come accompagnate i vostri potenziali clienti in questo nuovo settore dell’energia pulita, nella scelta della realizzazione di una turbina idroelettrica?
Abbiamo sviluppato negli anni nuove competenze e conoscenze che ci permettono di proporci come Main contractor. Il potenziale cliente ci contatta con esigenze molto diversificate; il percorso per arrivare a realizzare una mini centrale idroelettrica può sembrare lungo soprattutto per la parte autorizzativa da parte dei diversi enti che hanno potere decisionale sull’utilizzo della risorsa idrica. La Vettorello Energy accompagna i clienti in tutte le fasi: partiamo dallo studio di fattibilità e su questo possiamo fare una piano finanziario per valutare la convenienza economica dell’investimento, oppure alcuni clienti arrivano già con l’iter concluso ed allora andiamo a realizzare un progetto specifico per in sito in cui l’impianto verrà installato. In sostanza progettiamo, costruiamo ed installiamo la centrale finita chiavi in mano.
Che valore ha per voi l’innovazione?
La propensione all’innovazione è sempre stata intrinseca al nostro agire imprenditoriale, la differenza è che fino a 10 anni fa l’innovazione era solo tecnologica ora si parla anche di Innovazione di processi, di prodotto, di strategie.
Entrare nel settore dell’energia alternativa, declinando esperienza e professionalità decennali vi ha preservati dalla crisi che si è abbattuta nei settori manifatturieri tradizionali? E’ stata una scelta indice di flessibilità e attenzione alle nuove esigenze del mercato?
Il nostro focus era verso due ambiti:
1) L’energia è fondamentale per il futuro dell’uomo nel pianeta
2) Il modo di produrla deve essere sostenibile al 100% per il futuro dell’uomo sulla terra.
Da queste due considerazioni abbiamo capito che il mercato avrebbe continuato a richiedere energia e che noi potevano inserirci nella produzione di turbine idroelettriche sfruttando il know-how che già avevamo maturato nei decenni precedenti.
Quando si parla di energia pulita si parla di rispetto dell’ambiente, di uno stile di vita nuovo. Quanto sono importanti i valori nella vostra attività?
Lo abbiamo già detto, non è più sostenibile produrre e basta, dobbiamo produrre in modo intelligente. L’industria manifatturiera trevigiana/veneta/italiana deve produrre cose UTILI – BELLE – SOSTENIBILI , non solo perché lo richiede il mercato, ma perché è giusto così. Quando vendiamo non proponiamo solo una macchina per la produzione di Energia, ma un modo di pensare creare realizzare assolutamente sostenibile.
A suo parere che importanza ha avuto il sapere artigianale ed industriale del trevigiano nella vostra filiera di produzione?
E’ stato fondamentale, non avremmo mai maturato la decisione di passare da terzisti a produttori di turbine idroelettriche per centrali, se non avessimo avuto piena consapevolezza del sapere e delle competenze di tutti i nostri collaboratori. Molte aziende prese dal morso della crisi hanno perso i migliori collaboratori e molte di queste hanno chiuso e questo patrimonio di SAPERE è stato definitivamente perso dal nostro territorio e serviranno diverse decine d’ anni per ricostituirlo.
Si svolgerà il Digital Venice 2014. L’innovazione digitale a suo parere è un’opportunità? Quali sono gli ostacoli all’innovazione per le nostre imprese italiane?
Confesso che è sempre molto difficile per chi costruisce qualcosa di fisico e tangibile come una macchina, riuscire a vedere le possibilità di applicazioni digitali applicate alla stessa, ma è un esercizio mentale che dobbiamo assolutamente fare, presentare un prodotto completo e complesso fa la differenza proprio quando ci misuriamo con i nostri competitor soprattutto dei paesi emergenti.
L’ostacolo è solo culturale, dobbiamo creare maggiori situazioni in cui il mondo digitale può travasare le proprie intuizione al manifatturiero e viceversa.