Dopo un primo ciclo di temi aziendali, la rubrica “Il Punto” continua nella presentazione dei principali sistemi economici della provincia di Treviso e soprattutto di quelli distrettuali
Dopo un primo ciclo di temi aziendali, la rubrica “Il Punto” continua nella presentazione dei principali sistemi economici della provincia di Treviso e soprattutto di quelli distrettuali.
Nei numeri precedenti di questa Rubrica sono stati presentati i distretti “storici” ed un distretto “potenziale” in provincia di Treviso.
Ora si tratta di accennare ad altri distretti che sono stati riconosciuti dalla legge regionale (n.8/2003 e n.5/2006) e che soddisfano i requisiti giuridici previsti, ma non rientrano nel concetto originario e giuridico di distretto.
In realtà, nella formulazione della legge regionale proposta da un gruppo di lavoro composto anche dal sottoscritto, si è ritenuto ovvio di non imporre confini geografici precisi al distretto, affinché anche aziende in territori limitrofi, se collegate alle attività distrettuali centrali, potessero beneficiare ugualmente delle agevolazioni regionali previste per l’intero distretto.
Con le successive stesure che hanno portato all’approvazione del testo definitivo della legge, non sono state tuttavia poste altre limitazioni a questa apertura molto generale, con la conseguenza che allora il territorio ammesso per ogni distretto diviene l’intero territorio regionale.
Questo allargamento geografico dei confini distrettuali ha portato ad una proliferazione di nuovi distretti che prima non esistevano ed in realtà si può osservare che in questo modo la politica distrettuale della Regione Veneto di fatto è sfociata in una politica di aggregazione settoriale.
Infatti, possono costituire un distretto, come previsto dalla legge regionale, imprese dello stesso settore anche molto disperse nel territorio regionale e quindi teoricamente ogni settore produttivo del Veneto può costituire un distretto.
Renato Chahinian