Per valutare l’attrattività di un territorio(1) derivante dai fattori di struttura settoriale sono necessari studi ed indagini sull’assetto settoriale e sulle sue interdipendenze nell’ambito del territorio medesimo. Questa esigenza ovviamente comporta la realizzazione di particolari lavori molto lunghi ed impegnativi finalizzati a tale scopo. Per ottenere facilmente, quindi, dati ed informazioni di partenza sulla valutazione di aspetti tanto delicati e complessi, non si può fare altro che riferirsi a ricerche già realizzate, tenendo comunque conto che ogni territorio richiederebbe indagini specifiche, anche se poi i fenomeni caratteristici emersi dovrebbero essere confrontati con quelli uguali o simili che si manifestano in altri territori ai fini di un apprezzamento obiettivo.
In questa sede, prendiamo come riferimento uno studio effettuato a livello nazionale (su base provinciale e regionale), commentandone i risultati e rinviando al successivo paragrafo eventuali aspetti ed integrazioni non presi in considerazione, ma pertinenti alla realtà trevigiana(2).
Il lavoro analizza la distribuzione settoriale delle attività economiche sul territorio nazionale con l’obiettivo di:
Questo permette di migliorare la capacità dei territori di valutare le proprie specificità e quindi di adottare politiche coerenti di sviluppo e di marketing territoriale anche ai fini dell’attrattività. Pertanto, sono stati esaminati settori e filiere caratteristici di un territorio ed il loro vantaggio localizzativo per beni e servizi e per le integrazioni che possono derivarne.
Sulla base dei dati censuari delle unità locali e degli addetti(3) sono stati presi come oggetto di indagine i seguenti settori o filiere, in quanto più significativi per la competitività del nostro Paese a livello internazionale:
I due aspetti prevalentemente indagati sono stati quelli della localizzazione settoriale (specializzazione territoriale) e della densità imprenditoriale ( rispetto alla presenza complessiva a livello nazionale). Per alcuni settori sono poi stati esaminati aspetti particolari. Tale metodologia, comunque, può essere applicata anche a settori diversi (non considerati nell’indagine qui presentata).
I principali risultati emersi sono indicati nel prospetto riportato, con particolare riferimento alla provincia di Treviso.
Da tale prospetto si può osservare che nel settore del mobile Treviso è terza in Italia, superata soltanto da Pesaro ed Udine. Poiché il suo posizionamento è riferito al doppio indicatore della localizzazione settoriale e della densità imprenditoriale, si possono considerare a pari merito pure Pordenone (che è un po’ più elevata nella localizzazione) e Como (che invece ha una maggiore densità). Ma, in realtà, la produzione del mobile riguarda un distretto industriale che è a cavallo delle province di Treviso e Pordenone e si tratta perciò di un distretto unico, che, se considerato tale, è certamente il più grande in Italia.
Per l’informazione e la comunicazione, la provincia di Treviso ha quozienti di localizzazione e di densità buoni, ma non eccellenti.
Migliori situazione si presenta nella filiera alimentare, ove Treviso occupa un dodicesimo posto nazionale come presenza assoluta di addetti nell’industria alimentare, con punte di rilevanza nella trasformazione dei prodotti alimentari (9° posto) e soprattutto nell’industria di macchine per l’alimentare (2° posto dopo Parma).
Buono si è rivelato il posizionamento nell’ambito dei macchinari, anche se l’elevata diversificazione di questi non ha permesso un piazzamento migliore, sebbene alcune specializzazioni non prese in considerazione dallo studio dovrebbero celare risultati eccellenti per la nostra provincia.
Per quanto riguarda il turismo, Treviso non si situa in posizione rilevante e quindi non viene segnalata. È comunque da tener presente che il suo movimento turistico è stato di sviluppo negli ultimi anni.
Infine, nel trattamento dei rifiuti la nostra provincia occupa il nono posto in Italia per numero di addetti alla raccolta ed al recupero dei rifiuti. Da altre fonti è noto che la città di Treviso è ai primi posti per raccolta differenziata.
Tutto questo risulta dai settori indagati nello studio preso in considerazione. Certamente, molti altri segnali positivi potrebbero manifestarsi dall’esame di altri settori, soprattutto quelli che si manifestano con caratteristiche distrettuali, tra cui: la calzatura sportiva, la lavorazione dell’acciaio inox, il comparto vitivinicolo, alcune specializzazioni dell’abbigliamento, ecc..
(1) E’ il caso di rammentare quanto è già stato indicato in premessa del primo paragrafo relativo alle considerazioni generali, in cui il termine “attrattività” non si riferisce soltanto alla capacità di attirare risorse dall’ esterno, ma anche di valorizzare e trattenere risorse interne.
PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE SULLA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI SETTORI
SETTORE O FILIERA | PRINCIPALI RISULTATI PER LA PROVINCIA DI TREVISO |
1) Mobile | 3ª Treviso (assieme a Pordenone e Como) |
dopo Pesaro e Udine | |
2)Informazione e | Buon posizionamento di Treviso per editoria, |
comunicazione | cinema e radio – TV |
3) Alimentare | 12ª Treviso per presenza assoluta di addetti nel |
settore complessivo | |
9ª nel settore particolare della trasformazione | |
alimentare | |
15ª nella produzione di oli grassi e mangimi | |
2ª nell’industria di macchine per l’alimentare | |
4) Macchinari | 26ª Treviso per quoziente di localizzazione |
18ª per commercio all’ingrosso di macchine | |
per l’abbigliamento | |
5) Turismo | Non segnalata la posizione di Treviso |
6) Trattamento dei rifiuti | 9ª Treviso per addetti alla raccolta ed al recupero |
dei rifiuti |