Nell’illustrazione del Sistema Treviso per la nostra rubrica ” Investire a Treviso” più volte ci siamo soffermati sui fattori di contesto che dovrebbero esprimere le condizioni ambientali per l’attrattività del nostro territorio, sia come destinatario di preferenze e di investimenti provenienti dall’esterno (da altri territori italiani ed esteri), sia come promotore di nuove iniziative da parte degli stessi residenti nella provincia.
Ma le condizioni ambientali non sono immutabili e cambiano continuamente in misura più o meno rilevante. Pertanto, è necessario provvedere periodicamente ad un loro aggiornamento sia nei valori che nella verifica dei loro contenuti, ossia nel loro grado di significatività. Infatti, non è detto che i fattori di contesto esprimano sempre allo stesso modo e con la stessa intensità i motivi di attrattività per orientare, positivamente o meno, nuovi investimenti.
Pur tenendo sempre presenti i punti di forza dell’economia trevigiana, che sono stati sintetizzati anche recentemente (si veda al riguardo la pubblicazione dell’articolo su questo Portale in data 26 agosto 2008) e che eventualmente potranno essere oggetto di qualche revisione quando si conosceranno ufficialmente tutti i dati delle tendenze relative alla crisi finanziaria ed economica in atto, vengono presentati in questo articolo alcuni aggiornamenti dei fattori di contesto trevigiano, già citati in alcuni articoli riguardanti l’attrattività del Sistema Treviso.
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Ogni anno i due quotidiani economici “Il Sole 24Ore” e “Italia Oggi” pubblicano in dicembre i risultati di una rispettiva indagine (ciascuna con propri indici) sulla qualità della vita delle province italiane. I numerosissimi indicatori contenuti riguardano aspetti economici e sociali della qualità della vita, alcuni significativi anche per una valutazione del grado di attrattività degli investimenti, altri meno.
In questa sede, vengono scelti quelli ritenuti più significativi e che sono stati già indicati in precedenti articoli. L’aggiornamento consiste nel confronto dei vecchi dati che riportavano le indagini relative a fine 2006 con i nuovi che fanno riferimento alle indagini del dicembre 2008.
I risultati indicati nella tabella alla fine dell’articolo evidenziano i seguenti andamenti, complessivamente soddisfacenti.
Innanzitutto, è da evidenziare che il PIL pro – capite rappresenta l’indicatore più importante del grado di sviluppo economico in un territorio. La relativa graduatoria è migliorata sensibilmente per Treviso, che passa dal 41° al 21° posto, mantenendo pressoché invariata con la capolista Milano la differenza di quasi 10.000 euro. Evidentemente, altre province, classificatesi prima di Treviso due anni fa, non hanno mantenuto il passo.
Sono pure migliorate, anche se in misura lieve, le posizioni in graduatoria di Treviso relativamente ai depositi bancari, all’importo medio delle pensioni ed all’indice del costo della vita. Ciò significa che le condizioni economiche della popolazione gradualmente progrediscono e non avvengono forti tensioni sul livello dei prezzi che vanificherebbero la maggiore capacità di spesa.
Il maggiore problema consiste invece nel costo delle abitazioni, che rimane elevato e che relega la nostra provincia all’80° posto in Italia. Questo fenomeno per il momento appare inevitabile in quanto il territorio trevigiano è molto intasato da insediamenti residenziali e produttivi e non si scorgono inversioni di tendenza per il fatto che la buona tenuta dell’economia continua a richiamare forza lavoro dall’esterno (immigrazione italiana e straniera) che deve trovare una sistemazione all’interno del territorio. Anche l’attuale crisi, tutto sommato, non provoca emigrazione in quanto rimane la percezione (che comunque dovrà essere avvalorata da risultati finali ancora non disponibili) che l’economia trevigiana riesca meglio di altri territori a fronteggiare le avversità congiunturali in atto. Una soluzione alla tensione insediativa potrà verificarsi soltanto con una generalizzata riorganizzazione della produzione supportata da accentramenti delle unità operative esistenti, decentramenti delle produzioni a basso valore aggiunto e diffusione delle tecniche informatiche e telematiche. Ma una manifestazione rilevante di tali tendenze richiederà tempi lunghi.
Per quanto riguarda le risorse umane provinciali, si può notare che il tasso di occupazione è cresciuto ed è stato guadagnato un posto in graduatoria (dal 19° al 18°), mentre è meno significativo il tasso di disoccupazione che è pure migliorato (dal 4,1% al 3,9%), ma ha fatto scendere la posizione di Treviso perché altre province sono migliorate maggiormente in questo indicatore. Comunque, la disoccupazione rilevata dipende dalle persone che si dichiarano tali e non dal numero di chi è senza lavoro per un qualsiasi motivo.
L’arretramento della provincia trevigiana per quanto riguarda le imprese registrate ed il rapporto iscrizioni/cancellazioni, contrariamente alle credenze diffuse, va visto positivamente perché il sistema produttivo italiano è troppo frammentato (anzi polverizzato) e quindi un minor numero di imprese rappresenta un rafforzamento del tessuto economico complessivo e non un impoverimento dello spirito imprenditoriale. Infatti, il numero dei fallimenti è molto migliorato, portando Treviso dal 78° al 16° posto, anche se il dato annuale sui fallimenti è spesso oscillante e soggetto a variazioni rilevanti.
Infine, l’importo pro – capite dei protesti è risultato migliore, sebbene sia peggiorata lievemente la posizione di Treviso in graduatoria.
Ma da questi indicatori sono rimasti fuori due eccellenze della nostra provincia che erano state rilevate nel 2006 ma non nel 2008. Si tratta del primo posto relativo all’occupazione di extracomunitari ed al quinto per quanto riguarda le sofferenze degli impieghi bancari, posizioni che in questi due ultimi anni non dovrebbero essere peggiorate. Ciò significa che Treviso ancora gode di una sufficiente forza lavorativa aggiuntiva ed a costo contenuto che le consente una certa competitività di prezzo anche sui mercati internazionali ed inoltre la sostanziale economicità delle attività produttive permette di onorare tempestivamente l’indebitamento aziendale nei confronti del sistema bancario facendo sorgere rare e modeste sofferenze.
Un’ultima notazione che comprende tutti gli aspetti economici e sociali secondo la soddisfazione percepita dai cittadini, è data dal fatto che nell’ultima indagine del Sole 24Ore la classifica della soddisfazione individuale racchiusa in un sintetico “indice di felicità personale” ha classificato Treviso al secondo posto in Italia, dopo Bolzano. Ciò vuol dire che, al di là delle sensazioni soggettive degli intervistati, nella provincia trevigiana è presente una maggiore capacità di adattamento alle difficoltà (cioè ad indicatori negativi) ed un miglior apprezzamento degli aspetti positivi. Questo atteggiamento mentale non è poco per il superamento delle crisi e per il perseguimento dello sviluppo.
Renato Chahinian
FATTORE DI CONTESTO |
INDAGINE 2006 |
INDAGINE 2008 |
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GRADUATORIA |
VALORE |
GRADUATORIA |
VALORE |
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PIL pro – capite
Depositi bancari per abitante Importo medio mensile delle pensioni Indice del costo della vita Costo al mq. di abitazione in semicentro Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Imprese registrate per abitante Rapporto annuale iscrizioni/cancellazioni imprese Fallimenti per mille imprese Importo pro – capite protesti |
1ª Milano 41ª Treviso 1ª Milano 26ª Treviso 1ª Milano 45ª Treviso 1ª Avellino 21ª Treviso 1ª Caltanissetta 80ª Treviso 1ª Reggio Emilia 19ª Treviso 1ª Bologna 22ª Treviso 1ª Grosseto 39ª Treviso 1ª Crotone 80ª Treviso 1ª Grosseto 78ª Treviso 1ª Belluno 33ª Treviso |
34.270 euro |
1ª Milano 21ª Treviso 1ª Trieste 25ª Treviso 1ª Milano 42ª Treviso 1ª Trento 20ª Treviso 1ª Caltanissetta 80ª Treviso 1ª Parma 18ª Treviso 1ª Reggio Emilia 39ª Treviso 1ª Grosseto 44ª Treviso 1ª Roma 83ª Treviso 1ª Sondrio 16ª Treviso 1ª Belluno 36ª Treviso |
39.442 euro |